Il nome del progetto è un evidente richiamo ai 3 comuni in cui hanno sede le bande che compongono il progetto e che sono I giovani di Credaro (CR), Il corpo musicale di Ono S.Pietro (Ono) e il corpo musicale di Sovere (S) ma è anche un richiamo ad una tematica molto cara all’umanità e ai complessi bandistici ossia il tempo. È il passare del tempo che comincia a costituire un legame, inconsapevole, tra i tre piccoli paesi.

Di Credaro si hanno notizie storiche, o meglio, ritrovamenti storici risalenti all’età del Bronzo ma il primo tratto Comune fu con la denominazione di Cretarium (Credaro) come vicus romano, ossia un primo insediamento di case e terreni che però si differenziava dal municipium. Così anche Sovere venne identificata come vicus ma in questo caso il fatto di essere considerato “paese” può attribuirsi all’essere stato sotto la protezione del forte Romano, una torre, collocata sull’altura che lo domina.

Anche Ono S. Pietro venne identificato come vicus? La risposta in questo caso potrebbe essere negativa ma, da tradizione orale, si dice che in epoca romana ci fosse un abitato collocato nella parte superiore dell’attuale posizione e che lo stesso venne spazzato via da una frana staccatasi dalla Concarena (montagna che domina l’attuale abitato di Ono S. Pietro).

Il passare del tempo e lo sviluppo dei tre Comuni portò ad un passaggio molto importante ossia quello di Carlo Magno. Dello stesso destino furono Sovere e Ono che, non collegati alla via Francigena, videro comunque il passaggio di Carlo Magno che, secondo leggenda, ma in altre circostanze secondo tracce di carattere storico, attraversò i due centri abitati con lo scopo di convertire i pagani al Cristianesimo e facendo edificare delle chiese sulle macerie dei castelli distrutti dal suo passaggio.

Numerosi fonti, in questo senso, attribuiscono la costruzione di una primo santuario mariano in quel di Sovere proprio a Carlo Magno il quale intitolò quel Santuario alla Madonna della Torre (antico richiamo a quella Torre di epoca romana che dominava sull’abitato soverese).

Ecco creata la congiunzione orografica tra quei comuni che mantengono la loro peculiare vicinanza.

Il tempo, cronos per gli antichi, ha cominciato a lavorare sulla storia di questi piccoli gruppi bandistici ancor prima che si potesse immaginare l’esistenza delle bande e continua il suo inarrestabile destino mantenendo un legame che, si spera, vada al di là del tempo.