Presso la Chiesa di Santa Maria del Carmine, un gioiello di architettura gotica, situata nello storico quartiere del Carmine di Brescia, custode di importanti opere d’arte e completata al suo esterno da tre bellissimi chiostri, va in scena il dialogo immaginario tra cultura e vita, in uno scambio fertile e costruttivo di parole tra femminile e maschile, tra uomo e donna.

Le voci recitanti interpreteranno testi “paterni” (quelli di San Paolo VI) e “materni” (di donne, di sante, di madri del territorio bresciano). Vuole essere il grido della vita (parola) che si riappropria della cultura e della cultura che ritrova se stessa lasciandosi “coltivare” nel grembo di una donna.

La parola (quella di volontari, quella di chi ama, quella di Dio) incontra la vita di donne e le infuoca a tal punto da aprirle alla gestazione della vita e dell’umano, alla “maternità”, fisica e/o spirituale, alla cura.

“La parola di Dio è per la vita. È vita e fa vivere” scrive Mons. Pierantonio Tremolada, Vescovo di Brescia, nella sua ultima lettera pastorale (Le vie della parola). L’accoglienza della parola si fa carne nel grembo di ogni donna e diventa cultura.