La ricerca di Riccardo La Foresta si concentra sullo sviluppo di un sistema autocostruito chiamato Drummophone, che gli permette di trattare il tamburo come uno strumento ad aria. Ai confini tra musica per percussioni, arte sonora, improvvisazione e drone music, l’approccio di La Foresta con il Drummophone rivela architetture invisibili tramite il suono. Il pubblico è incoraggiato ad abbandonare la statica esperienza frontale, a favore di un approccio all’ascolto interattivo e dinamico. Attraverso il libero movimento è possibile immergersi nelle risonanze presenti nello spazio, che possono rivelare nuove suggestioni ad ogni passo, alla ricerca di un’esperienza di ascolto personale.